Poesie di Pasqua

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    bzAsI


    Dentro un uovo di buon cioccolato

    vorrei tanto ci fosse una cosa,,,

    non un puffo, un anello,un soldato,

    ma un momento di festa gioiosa.

    Voglio dirti proprio per questo

    ho pregato per voi ieri sera

    perchè oggi sia un giorno lieto.

    Una Pasqua di speranza vera.



    R. Fontana



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    Venerdì Santo


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    Nulla, credi, è più dolce per i nostri
    occhi di questo giorno senza sole,
    con i monti velati di viole
    perché la primavera non si mostri:::

    Venerdì Santo! E ieri sera tu
    ti rimendavi quest'abito, tutto
    grigio, un abito come a mezzo lutto
    per la morte del povero Gesù...

    Traevi dalla tua cassa di noce
    qualche grigio merletto secolare:
    così vestita, accoglierà l'altare
    la buona amante con le mani in croce...

    Prega per me, prega per te, pel nostro amore,

    per nostra cristiana tenerezza,
    per la casa malata di tristezza,
    e per il grigio Venerdì che muore:
    Venerdì Santo, entrato in agonia,
    non ha la sua campana che lo pianga...

    come un mendico, cui nulla rimanga,
    rassegnato si muore sulla via...
    Prega, e ricorda nella tua preghiera
    tutte le cose che ci lasceranno:

    anche il ramo d'olivo che l'altr'anno
    ci donò, per la Pasqua, Primavera.

    Quante volte l'olivo benedetto
    vide noi moribondi nel piacere,
    e vide le nostre due anime, in nere
    vesti, per noi pregare a capo al letto!

    E pregavamo, come se morisse
    qualcuno: un poco, sempre, morivamo:
    Ma sempre sull'aurora nuova, il ramo
    d'olivo i liei amanti benedisse!

    Ora col nuovo tu lo cambierai:
    anche devi pregare per gli specchi
    velati, per i libri, per i vecchi
    abiti che tu più non vestirai...

    E' sera: un riso labile si perde
    sulle tue labbra, mentre t'inginocchi:
    io guardo, dietro la veletta, gli occhi...
    due perle nere in una rete verde.

    Fausto Maria Martini


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    Gesù


    gesu_

    E Gesù rivedeva, oltre il Giordano,
    campagne sotto il mietitor rimorte,
    il suo giorno non molto era lontano.

    E stettero le donne in sulle porte
    delle case, dicendo: Ave, Profeta!

    Egli pensava al giorno di sua morte.

    Egli si assise, all'ombra d'una mèta
    di grano, e disse: Se non è chi celi
    sotterra il seme, non sarà chi mieta.

    Egli parlava di granai ne' Cieli:
    e voi, fanciulli, intorno lui correste
    con nelle teste brune aridi steli.

    Egli stringeva al seno quelle teste
    brune; e Cefa parlò: Se costì siedi,
    temo per l'inconsutile tua veste;

    Egli abbracciava i suoi piccoli eredi:

    -Il figlio Giuda bisbigliò veloce-
    d'un ladro, o Rabbi, t'è costì tra 'piedi:

    Barabba ha nome il padre suo, che in croce
    morirà.- Ma il Profeta, alzando gli occhi

    -No-, mormorò con l'ombra nella voce,
    e prese il bimbo sopra i suoi ginocchi.

    Giovanni Pascoli



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    Fonte:web
     
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